
Avvento 2021
Preghiera in famiglia
Terza settimana: Misteri Dolorosi
Lunedì 13 dicembre
Primo Mistero Doloroso:
Gesù prega sul Monte degli Ulivi
Gesù andò verso il monte degli Ulivi e i discepoli lo seguirono. Si allontanò da loro e, in ginocchio, pregava dicendo: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Ma non si faccia la mia volontà, ma la tua” (Lc 22, 39-42).
Gesù, ha imparato da Maria e Giuseppe a pregare e a confidare in suo Padre.
«I genitori che vogliono accompagnare la fede dei propri figli sono attenti ai loro cambiamenti, perché sanno che l’esperienza spirituale non si impone ma si propone alla loro libertà. È fondamentale che i figli vedano in maniera concreta che per i loro genitori la preghiera è realmente importante. Per questo i momenti di preghiera in famiglia e le espressioni della pietà popolare possono avere maggior forza evangelizzatrice di tutte le catechesi e tutti i discorsi» (AL 288).
Oggi ricordiamo e ringraziamo per quelli che ci sono stati padri, madri, fratelli e sorelle maggiori, compagni e compagne di viaggio. Tutte quelle le persone che – con le parole e l’esempio – ci hanno mostrato il volto del Padre che attraversa la nostra vita, ci prende per mano, ci consola.
Ognuno a voce alta ne ricorda il nome.
Martedì 14 dicembre
Secondo Mistero Doloroso:
Gesù è flagellato dai soldati
Pilato liberò Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso (Mt 27, 26).
«Nella vita familiare non può regnare la logica del dominio degli uni sugli altri, o la competizione per vedere chi è più intelligente o potente, perché tale logica fa venir meno l’amore. Vale anche per la famiglia questo consiglio: “Rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili”» (AL 98).
Oggi chiedo perdono per tutte le volte che ho liberato Barabba anziché Gesù: quando ho voluto vincere a tutti i costi, ho voluto avere sempre ragione, ho gridato più forte, ho pensato prima di tutto a me stesso, ho scavalcato chi mi era vicino, non ho ascoltato, non ho visto.
Ognuno a voce alta chiede perdono per quella volta che…
Mercoledì 15 dicembre
Terzo Mistero Doloroso:
Gesù viene incoronato di spine
I soldati portarono Gesù nel palazzo. Lo vestirono di porpora e gli misero una corona di spine.
E ridendo lo salutavano: “Salve, Re dei Giudei!” (Mc 15, 16-18).
Gesù imparò da Maria e Giuseppe ad essere paziente, e così sopportò le derisioni per amore a noi.
«L’amore comporta sempre un senso di profonda compassione, che porta ad accettare l’altro come parte di questo mondo, anche quando agisce in un modo diverso da quello che io avrei desiderato» (AL 92).
Oggi preghiamo perché sappiamo essere grati per ogni persona che il Signore ci ha messo accanto: il marito, la moglie, i figli, le sorelle, i fratelli, i vicini di casa, i colleghi di lavoro, i compagni di scuola, gli amici. Perché ognuno di noi riesca con pazienza ad accettarne anche i limiti ed i difetti.
Ognuno pensa alla persona che non riesce ad accogliere o che ha difficoltà ad accettare.
Giovedì 16 dicembre
Quarto Mistero Doloroso:
Gesù cammina con la croce
Essi presero dunque Gesù ed Egli, portando la sua croce, se ne andò verso il luogo detto Calvario. Avevano arrestato anche Simone di Cirene che si incamminò, portando anche lui la sua croce (cf Gv 19, 16; Mt 27, 32).
Gesù ha imparato da Maria e Giuseppe che per amare bisogna essere forti, resilienti e bisogna lasciarsi aiutare dagli altri.
L’amore sopporta con spirito positivo tutte le contrarietà. Si mantiene saldo in un ambiente ostile. È amore malgrado tutto, anche quando tutto il contesto invita ad altro. Nella vita familiare c’è bisogno di coltivare questa forza dell’amore (cf AL 118. 119).
Oggi preghiamo per i nostri amici e famigliari che stanno portano la croce della sofferenza, della malattia, della perdita. E preghiamo per noi, affinché abbiamo occhi per vedere, orecchie per ascoltare, braccia per abbracciare, mani per prestare aiuto, voce per consolare. Perché ogni fatica, dolore, difficoltà diventi in qualche modo quella di tutti, e ogni consolazione possa scaldare il cuore di ciascuno.
Ognuno pensa – e se riesce lo dice ad alta voce – ad un momento di difficoltà che è stato reso più leggero quando condiviso.
Venerdì 17 dicembre
Quinto Mistero Doloroso:
Gesù muore sulla croce
Gesù, vedendo sua madre e accanto a lei il discepolo che Lui amava, disse a sua madre: “Donna, ecco tuo figlio”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre”…poi l’oscurità cadde su tutta la terra fino all’ora nona… E Gesù, gridando forte, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” e, detto questo, spirò (Gv 19, 26-27; Lc 23, 44-46).
Gesù ha imparato da Maria e Giuseppe che cos’è il vero amore. «Se la famiglia riesce a concentrarsi in Cristo, Egli unifica e illumina tutta la vita familiare. I dolori e i problemi si sperimentano in comunione con la Croce del Signore, e l’abbraccio con Lui permette di sopportare i momenti peggiori. Nei giorni amari della famiglia c’è una unione con Gesù abbandonato (…) che trasforma le difficoltà e le sofferenze in offerta d’amore» (cf AL 317).
Oggi preghiamo in modo particolare per le nostre famiglie, che hanno la responsabilità grandissima dell’affidamento e della cura gli uni degli altri: perché l’amore, la fiducia e l’aiuto reciproco siano il segno distintivo e l’impronta del nostro affidamento all’amore del Padre, nel suo figlio Gesù e a Maria sua e nostra mamma.
Ognuno a voce alta dice il nome di una persona che sente – in questo periodo in modo particolare – a lui affidata.
Sabato 18 dicembre
Ci prepariamo alla Messa con il Vangelo di domani:
Dal vangelo secondo Luca (1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Parola del Signore
Oggi ringraziamo per tutte le volte che il Signore con la sua Grazia, consolazione, amicizia è venuto a visitarci, è entrato nelle nostre case, nella nostra vita, nelle nostre famiglie senza che noi l’aspettassimo, senza che lo chiedessimo o ci rendessimo conto in quel momento di averne bisogno.
Ognuno riconosce un momento in cui è stato “visitato”, in cui ha capito che Il Signore è entrato nella sua vita.
Concludiamo con il Padre Nostro e la preghiera:
O Dio, grande nell’amore, che conduci gli umili alla luce gloriosa del tuo regno, donaci di raddrizzare i sentieri e di appianare la via per accogliere con fede la venuta del nostro Salvatore, Gesù Cristo tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli.