Lettera di Giulia dal Madagascar
dicembre 2018
Quando la Giulia ci ha parlato per la prima volta del suo desiderio di partire per la missione in Madagascar, siamo rimasti stupiti e increduli, fino all’ultimo minuto, in cuor nostro, abbiamo pensato e sperato che cambiasse idea, invece, il 20 febbraio 2018, è partita con destinazione Manakara.
Da subito abbiamo capito che essere presenti e partecipi in questa sua scelta era il modo migliore per starle vicino e sentirla, allo stesso tempo, vicina.
I mesi passavano veloci: i sorrisi della Giulia e la sua felicità erano contagiosi e così abbiamo deciso di farci e farle un regalo, il 14 dicembre, insieme a Lino ed Emanuela, i genitori di Giorgia, volontaria ad Ampasimajeva, siamo partiti per il Madagascar per passare il Natale insieme a loro, ma soprattutto per vedere con i nostri occhi quei posti e quella gente meravigliosa che in questi mesi nostra figlia ha provato a descriverci.
Immaginate la nostra emozione quando le abbiamo viste all’aeroporto ad attenderci dopo 10 mesi che non le vedevamo, il loro sorriso, la gioia; l’emozione di poterci far vedere i posti e i luoghi di un paese che ormai considerano la loro seconda casa erano impressi nei loro volti.
E così inizia la nostra avventura in Madagascar: esattamente ad Antananarivo, la capitale, dove dopo un giro turistico, visita al palazzo della Regina e visita alla cattedrale ci siamo trasferiti al quartiere di Don Luciano, il quale ci ha mostrato il volto vero del Madagascar. Descrivere cosa si prova a vedere la povertà del posto è veramente impossibile, ma vi possiamo garantire che i volti della gente e dei bambini resteranno impressi nella nostra mente e nel nostro cuore a lungo.
Dopo quasi tre giorni in capitale si riparte, con destinazione Ampasimanjeva, nel percorso per arrivare ad Ampa abbiamo fatto tre brevi soste, dove abbiamo incontrato persone fantastiche che ci hanno accolto con tanta gioia:
- Casa della Carità di Antsirabe dove dovevamo consegnare un pacco a Suor Ernestine, la gioia e la sua commozione nel vedersi arrivare sei italiani con un pacco per lei dall’Italia è stato veramente bellissimo;
- Casa della Carità di Ambositra dove le suore e gli ospiti ci hanno accolto con tanto calore orgogliose di farci visitare la loro realtà;
- Casa di Nicola, un italiano che vive in Madagascar che, grazie alla sua passione ed i suoi studi da ambientalista, oltre alla produzione di caffè e pepe, sta cercando di aiutare il popolo malgascio a preservare le loro foreste, in quanto i malgasci tendono a bruciare tutto per poi produrre riso.
È bello vedere che ci sono persone che amano così tanto la natura da dedicarci la vita.
19 dicembre
Dopo aver percorso tantissimi km, ma con un panorama veramente unico: dove i colori si mescolano agli odori dei luoghi, abbiamo raggiunto Ampasimanjeva dove le stupende suore della casa della carità, il direttore Giorgio, le volontarie Ilaria e Chiara ci attendevano pronti a farci visitare ed a illustrarci le attività del villaggio.
Primo fra tutti abbiamo coccolato il piccolissimo gemello Modeste, arrivato il giorno prima in casa, abbandonato dai genitori perché “fady”, tabù, uno dei tanti per l’etnia del posto.
Povero piccolo, così indifeso, ma mille braccia in quella casa lo hanno accolto con calore per curarlo e accudirlo preparandolo per la sua nuova famiglia adottiva.
Si inizia il viaggio all’interno di Ampa dove, il Direttore Giorgio, ci racconta la storia dell’ospedale, delle attività che si svolgono e delle difficoltà nel gestirlo, il nostro giro prosegue con Ilaria che, con il suo sorriso contagioso, ci porta con lei a distribuire le medicine ai malati di tubercolosi e all’interno della “scuolina” dove tanti bambini di diverse età ci accolgono coi loro meravigliosi sorrisi e dove ci racconta le varie attività che si svolgono per quei bimbi che non si possono permettere di andare a scuola.
Poi è la volta di Chiara che ci spiega come funziona l’ospedale di Ampa – FMA, dove lei, come infermiera, fa servizio. Ci fa visitare i diversi reparti dove, con pochi strumenti, pochi medicinali e pochissimo personale, riescono a dare assistenza a tantissimi malati. Vedere con i propri occhi quanto con poco si possa fare è veramente emozionante. Ma ancor più emozionante è vedere persone, come il Dott. Martin e la Dott.ssa Hortense, che dedicano la vita a questo paese e come infermiere giovanissime come Chiara e altre prima di lei, rinunciano a tutto per aiutare questo popolo che spesso non si può permettere delle cure.
All’interno della struttura si svolge anche un bellissimo progetto seguito da Giorgia, che si occupa di sensibilizzare le donne in gravidanza, con la collaborazione di ostetriche, sui pericoli del parto in casa.
21 dicembre
si riparte, questa volta con destinazione Manakara, dove la Giulia risiede e svolge il suo servizio al Villaggio Terapeutico di Ambokala – VTA.
E, dalla sua nuova famiglia di Ambokala (così ce la presenta la Giulia), ha inizio la nostra visita a cui dedicheremo un capitolo speciale essendo come dicevamo il luogo che ha trasformato e conquistato la Giulia in questi mesi.
La Giulia ci racconta di come è nato, di come viene gestito, ci illustra le difficoltà che incontra una struttura con pazienti meravigliosi ma molto difficili da gestire e ci porta a visitare gli alloggi dei pazienti che con tanta umiltà ci fanno accomodare nelle loro stanze e ci accolgono con calore. Poi veniamo interrotti dall’arrivo del Vescovo Gaetano venuto a far visita ai malati, non potete immaginare la loro felicità nel vederlo. È stato un’emozione anche per noi, un italiano vescovo della Diocesi di Farafangana, ma soprattutto una persona stupenda che, con il suo sorriso, le sue chiacchiere e la sua semplicità ha portato un po’ di gioia in ospedale.
Non vi nascondo che l’impatto iniziale non è stato facile, anche se Giulia aveva provato a descrivercelo in questi mesi immaginarlo era stato impossibile oppure la nostra mente aveva immaginato qualcosa di inesistente.
L’ospedale è suddiviso in varie aree:
- la “kantine” con ancora i forni a legna, dove le meravigliose cuoche preparano i pasti per i pazienti che non hanno la possibilità di procurarsi il cibo,
- le stanze dei pazienti che sono veramente indescrivibili, pensate che i parenti dormono per terra o su una stuoia,
- la casa delle attività. Eh sì, perché, anche se malati psichiatrici, oltre che curati con medicine, vengono stimolati ogni giorno con attività varie: ginnastica, falegnameria, intreccio di rafia e fehiara, cucito…ed è sorprendente come queste persone riescano, durante queste attività, a dare il meglio di loro.
Quando Giulia ci ha detto che avrebbe desiderato festeggiare il Natale ad Ambokala ci sembrava strano, ma ora vi possiamo dire che è stato uno dei Natale più belli che abbiamo fatto. Hanno allestito a festa l’albero del loro giardino con dei semplici vasetti di yogurt, messo cartelli con scritto buon natale e le cuoche, insieme alla meravigliosa Berthin (Serva della Chiesa che dedica anima e corpo a queste persone) hanno preparato un succulento pranzo a base di riso e carne di zebù tutti i pazienti, tutti i familiari, ma soprattutto tutti i lavoratori, insieme alle loro famiglie, erano presenti per festeggiare insieme. Il calore che ci hanno fatto sentire abbracciandoci, baciandoci o semplicemente con il sorriso negli occhi ci ha fatto capire che essere lì con loro era il regalo più bello che potevamo farci e fargli.
Alla sera Giulia ha voluto sapere come era andata e cosa pensavamo di Ambokala: quando le abbiamo detto che non è il luogo ma sono le persone meravigliose che fanno parte di quella struttura che fanno la differenza lei ci ha fatto un largo sorriso, felice della nostra affermazione. Ora abbiamo capito perché lei ama tanto quel posto e perché la considera la sua seconda famiglia: chi non ha nulla può donare molto di più e stare con loro è un arricchimento interiore per ognuno di noi.
Ma la nostra visita a Manakara non è finita anzi, ci aspettavano ancora molte emozioni:
- Visita alla Confetturerie dove lavora Chiara che ci illustra le attività svolte e dove abbiamo occasione di assaggiare buonissime marmellate di produzione malgascia, prodotte unicamente con i frutti presenti in loco e vi garantisco che sono veramente tanti e buonissimi (mango, papaya, litchi, banane, cocco…)
- Visita alla Ferme di Analabe, dove Damiano, che presta servizio presso di loro, ci illustra dettagliatamente ogni singola attività del progetto, che in sintesi si riassume in una grande fattoria comunitaria che accoglie diversi ragazzi che hanno avuto problemi (carcere, droga, alcool…) e dove lavorano anche alcuni dei malati di Ambokala che vengono reinseriti nel mondo del lavoro, e lì del lavoro ce n’è veramente tanto. Hanno animali di ogni tipo da curare (galline, mucche, conigli…), si occupano dell’orto, della produzione di frutti e della produzione di formaggio (buonissimo) ma non manca un bellissimo campo da calcio dove i ragazzi possono giocare e divertirsi, anche in compagnia dei nostri volontari, durante la pausa pranzo.
- Visita alla scuola specializzata di Tsararano dove vivono dei ragazzi speciali (tutti ragazzi con un handicap mentale), la cosa più sorprendente è che questi ragazzi, aiutati e coordinati dalla stupenda Blandine e da Thomas, si gestiscono completamente da soli e sono veramente bravissimi: cucinano, tengono in ordine le loro stanze, apparecchiano, danno da mangiare agli animali che allevano e molto altro. Quando ci hanno invitato a pranzare con loro per noi è stata una grande gioia, oltre al pasto, abbiamo condiviso con loro momenti di canto, ballo, gioco e sono stati felicissimi di farci sentire che grazie ai volontari Damiano e Lorenzo, che trascorrono alcuni pomeriggi insieme a loro, conoscevano i numeri e alcune parole italiane, dovevate sentirli, facevano a gara a chi ne sapeva di più.
Sono veramente fantastici!
Il capitolo finale lo lascio alla parrocchia di Ambalapahasoavana dove, nel corso della nostra permanenza, abbiamo condiviso con i cristiani del luogo, Don Luca e Don Simone, i momenti di preghiera. L’accoglienza che ci hanno fatto dal primo momento è stata sorprendente, ci siamo sentiti come a casa nostra. Ci hanno fatto capire quanto sia importante per loro la presenza di tutti i volontari italiani, ma soprattutto, che sono considerati come parte della loro grande famiglia e credeteci per un genitore questo rassicura tantissimo.
Da quando Giulia è partita abbiamo sempre avuto timore o meglio paura che si sentisse sola e sperduta tra un popolo che non ha nulla se non la fede in comune a noi. Ma dopo aver passato alcuni giorni con loro vi possiamo garantire che andiamo a casa con tanta gioia e serenità perché la Giulia non è sola, in ogni angolo di Manakara ci sono uomini, donne, ragazzi e ragazze che le riservano un sorriso, un abbraccio, un saluto e ci sono bambini che le corrono incontro, la cercano anche solo per una semplice coccola perché lei col suo sorriso, la sua spontaneità, la sua presenza ha conquistato tutti, questa ormai è la sua seconda casa e noi siamo orgogliosi ne faccia parte.
Siamo giunti al termine di questo meraviglioso viaggio di cui ringraziamo per prima la Giulia per averci dato l’opportunità di venire ad esplorare questa isola veramente unica, ricca di colori, di odori, di amore, di volti, di sorrisi e di calore.
Ringraziamo Damiano e Chiara che ci hanno accolto nella loro casa, hanno condiviso con noi i loro momenti di comunità, ci hanno fatto sentire utili facendosi aiutare nel trasloco e nel preparargli la cena, ci hanno coccolato con deliziose colazioni e hanno condiviso il loro unico panettone che custodivano come un gioiello la sera della Vigilia. Grazie di cuore!
Ed infine ringraziamo Jocelyn, il nostro autista, che ha trascorso 14 giorni con noi scarrozzandoci in tutti i luoghi e a tutte le ore con grande professionalità, cortesia e anche umorismo, il popolo malgascio, le suore e gli ospiti di tutte le casa della carità , il mitico direttore Giorgio, Don Luciano, Nicola, Blandine, Thomas, Berthin, i ragazzi di Tsararano, l’assistente sociale, le cuoche di Ambokala, i ragazzi della Ferme e tutti i ragazzi della parrocchia per l’accoglienza che ci hanno riservato in questi giorni di permanenza tra loro, ringraziamo Don Luca e Don Simone perché anche se molto impegnati nella gestione della loro nuova parrocchia sono sempre presenti e supervisionano i nostri ragazzi, ringraziamo Lino e Manuela per aver condiviso con noi questa avventura ma soprattutto ringraziamo: Damiano, Giorgia, Chiara B., Chiara F., Ilaria e Giulia per averci fatto vedere e capire quanto sia e sia stata importante la loro permanenza in questi luoghi.
Grazie ragazzi per quello che fate!
Paola e Lorenzo